Cuel Mauron (1814 m)

Via dei cacciatori di Moggio

L'amico miziomueç ci informa che i cacciatori di Moggio salgono dal vallone di Chiarpenaz sulla cresta Sud del Cuel Mauron per andare a cacciare aldilà che è riserva di caccia di Moggio. Pure la guida di De Rovere e Di Gallo (Alpi Carniche vol. 1) dice che il Cuel Mauron si presenta impervio e dirupato da tutti i versanti. Particolarmente selvaggio è quello E, sovrastante la Val Nuviernulis, frequentato unicamente da esperti cacciatori.

In qualche modo dunque, questi benedetti cacciatori vanno sul versante Est del monte e per farlo devono avere un itinerario che con Stief andiamo a cercare. Ci attira quella sella sulla dorsale ben visibile nella foto qui sopra (scattata dal sentiero per il Palavierte) che sembra un varco.

Abbiamo poche e scarne informazioni: per due come noi sono anche troppe! Difatti ci perdiamo subito e ci tocca ravanare in mezzo ai resti di un incendio.

Ma, ecco che troviamo un cordino!

Poi un altro.

Infine un foro creato da un masso incastrato è egregiamente attrezzato. Usciamo in cresta. Il primo obiettivo lo abbiamo raggiunto e ora crediamo di poter salire tutto il crinale fin sul Cuel Mauron. Questa è una nostra supposizione: notizie in merito non ne abbiamo.

Come si suol fare in questi frangenti prendiamo un canalone che ci ispira, pronti a tornare indietro se la via è preclusa. Qualche cacca di selvatico ci conforta: dove passano le bestie passiamo anche noi. Anzi, dice l'esimio prof. Poldini: dove non passano i camosci passiamo noi!

Al termine del canalone troviamo una cengetta (in ombra nella foto) che ci permette di raggiungere la cresta principale.

La selletta in capo al canalone è tutto sulla destra della foto qui sopra, presa dal sentiero per il Palavierte. Ovviamente noi ci siamo saliti dall'altro lato del monte.

Calchiamo la quota 1757 m (Carta Tecnica Regionale) dove rinveniamo resti di un ometto di vetta.

Il Cuel Mauron si presenta così: peloso all'inverosimile. Sarà una battaglia!

Dalla quota 1757 m verso il monte che sovrasta casera Fedeveiz e dietro questo il Cuel da la Ceit.

Aggiriamo da consumati greppisti una antecima e raggiungiamo di nuovo la cresta principale presso quei due gendarmi.

Gendarmi che si vedono bene sulla sella di sinistra anche dall'altro versante, quello del sentiero per il Palavierte.

Questa è l'antecima che abbiamo aggirato. L'Amariana sullo sfondo.

Tra i mughi troviamo questo pezzo di lamiera che forse fungeva da segnavia. Dopo questo manufatto abbiamo trovato anche vecchi tagli di mughi deducendo che la cresta era senz'altro percorsa un tempo. Abbiamo pensato che solo dei cacciatori potevano passare di qui per cui abbiamo denominato il percorso Via dei cacciatori di Moggio.

E magicamente in cima!

Verso il Sernio.

Verso il Palavierte.

Conclusioni. In basso, sul sentiero per il Palavierte, c'è un ometto, sulla destra, un po' discosto e identico manufatto è presente fuori dal pertugio del masso incastrato. Suppongo che siano del mitico Roberto detto il Manz che ha salito più di duemila cime compresa la quota 1578 m subito a Sud del masso incastrato.

Non fatevi ingannare da quel primo ometto: è un bugiardo! Ti fa fare un sacco di fatica per niente. La vera traccia utilizzata dai cacciatori sappiamo noi dove parte. Fuori dal masso incastrato c'è una cengia che porta dentro il canalone da noi salito, che prosegue ancora verso Est e dovrebbe essere questa di cui parla la guida citata all'inizio.

Complessivamente se si tagliano i mughi e si erigono degli ometti incollando le pietre con la schiuma poliuretanica rosa, viene un percorso che attirerebbe gente da tutto il Friuli, l'Austria e anche, anche. Se poi si mettesse a posto la baracca in Cuei di Fûr destinandola a mescita di birra e la si da in gestione a tre o quattro gnocche si avrebbe la fila su per quel percorso! Altro che ponte tibetano sul torrente Dogna!

Meditate.